Accesso civico escluso per i dati personali sulla salute

Lo ha ribadito il Garante della privacy a seguito dell’istanza di un giornalista che aveva richiesto i dati personali dei casi di Covid-19 nella Regione Autonoma Valle d’Aosta
I dati sulla salute delle persone non possono essere diffusi. A ribadirlo è stato il Garante della privacy prendendo spunto dalla decisione del Responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza della Regione Autonoma Valle d’Aosta, che aveva parzialmente negato a un giornalista l’accesso a particolari informazioni sulla distribuzione dei casi di Covid-19 registrati nella Regione.
La richiesta del giornalista
La richiesta del giornalista aveva riguardato l’accesso ai dati personali suddivisi per Comune, sesso, età, esito, domicilio, data delle diagnosi di infezione, numero ed esiti dei tamponi eseguiti per paziente e numero, distribuzione per Comune e dati relativi alle telefonate pervenute all’apposita struttura della Regione, da ultimo le persone prese in carico per infezione da Covid-19. Una richiesta accordata solo parzialmente dalla Regione che, riconoscendo l’interesse conoscitivo alla base della richiesta, ha però tenuto conto del pericolo identificazione delle persone contagiate.
I dati forniti dalla Regione
Al giornalista la Regione ha fornito solo alcuni tipi di dati in forma aggregata (tamponi effettuati ogni settimana e casi positivi totali nell’intero periodo, per ogni Comune; casi positivi, guariti e decessi nell’intera regione, tutte informazioni suddivise per sesso), negando di fatto l’accesso ad informazioni più personali. Una scelta apprezzata e condivisa dal Garante della privacy, il quale dopo la richiesta di riesame avanzata dal giornalista, ha evidenziato come “la generale conoscenza del complesso delle informazioni richieste poteva consentire, in ragione dello scarso numero degli abitanti che caratterizza molti Comuni valdostani, di identificare i soggetti colpiti dal virus. Il Garante ricordato che, “qualora l’istanza riguardi dati personali relativi alla salute, l’accesso civico deve essere escluso, così come previsto dalla normativa in materia di trasparenza e come confermato anche dalle Linee guida dell’Anac in materia di accesso civico”.
FONTE: garanteprivacy.it