Al via i test su “Immuni”, ma c’è già un virus che minaccia l’app

Partita in Italia la fase sperimentale alla quale partecipano quattro regioni. Il Garante privacy dà l’ok, ma l’Agid-Cert lancia l’allarme ransomware
L’app Immuni per il tracciamento in funzione anti-contagio da ieri è scaricabile dagli store di Apple e Google. In Italia chiunque potrà effettuare il download dell’applicazione, ma solo nelle zone in cui è attivo il test l’app sarà collegata al Sistema Sanitario Nazionale. Nelle altre regioni si potrà scaricare, ma i servizi non saranno accessibili. Le regioni che al momento partecipano al test sono Puglia, Abruzzo, Marche e Liguria.
Il Garante della Privacy Antonello Soro, come precedentemente annunciato, ha dato l’ok all’app. «Sulla base della valutazione d’impatto trasmessa dal ministero – ha evidenziato – il trattamento di dati personali effettuato nell’ambito del Sistema può essere considerato proporzionato, essendo state previste misure volte a garantire in misura sufficiente il rispetto dei diritti e le libertà degli interessati, che attenuano i rischi che potrebbero derivare da trattamento». Il Garante ha comunque indicato «una serie di misure volte a rafforzare la sicurezza dei dati delle persone che scaricheranno la app. Tali misure potranno essere adottate nell’ambito della sperimentazione», per «garantire che nella fase di attuazione ogni residua criticità sia risolta».
Virus informatico
Nel frattempo, bisogna segnalare la denuncia di Agid-Cert (la struttura del governo che si occupa di mantenere e sviluppare servizi di sicurezza preventivi e attività di accompagnamento utili alle pubbliche amministrazioni) su una campagna di virus informartici che proprio in queste ore sta colpendo l’Italia. Il virus in questione (chiamato FuckUnicorn), attraverso una email che invita a cliccare su un sito fasullo che imita quello del Fofi, la Federazione Ordini dei farmacisti italiani, diffonde un ransomware con il pretesto di far scaricare un file denominato Immuni.
FONTE:
garanteprivacy.it;
ansa.it
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