Al via il progetto sul riconoscimento facciale negli stadi di serie A

La proposta della Lega calcio dovrà avere l’autorizzazione del Garante della privacy

Il razzismo nello sport italiano, e in particolar modo nel calcio, è un fenomeno sempre più in espansione. Un problema di difficile soluzione che rischia di far sprofondare nel medioevo un intero sistema. La Lega di serie A da tempo ha presentato un pacchetto di progetti per combattere una volta per tutto il problema.

Come? Attraverso il riconoscimento facciale. Un provvedimento che però richiede un intervento urgente e deciso da parte del governo.

A spiegarlo nei giorni scorsi è stato l’amministratore delegato della Lega di A Luigi De Siervo: “Stiamo potenziando le telecamere di sicurezza negli stadi e individuando un software di riconoscimento facciale per capire l’anagrafica delle persone, come si chiamano e dove sono sedute”.

Si tratta dello stesso metodo utilizzato dalla polizia. “In due anni – ha sottolineato De Siervo – realizzeremo ciò che Margaret Thatcher ha fatto in dieci. Dovremo lavorare sulle immagini, ecco perché opereremo sotto l’egida del governo. In questo modo le società potranno intervenire direttamente nei confronti dei tifosi coinvolti. La Lega Calcio, ovviamente, si farà garante affinché ci sia uno standard comune per tutte le squadre”.

Per attuare il pacchetto antirazzismo della Lega di serie A, spetterà al governo raggiungere un accordo con il Garante della privacy al quale spetta il consenso definitivo.

Sempre De Siervo ha annunciato la partenza di una nuova iniziativa, sempre legata al contrasto dei fenomeni di discriminazione razziale. Si chiama “We are one team-squadra antirazzismo”, una vera e propria squadra di testimonial che si impegneranno a fare da ambasciatori contro questo terribile fenomeno. Tra di loro figurano Kalidou Koulibaly del Napoli, Gervinho del Parma, Kevin Boateng della Fiorentina e Okaka dell’Udinese.

FONTI:
corriere.it;
lasicilia.it

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