Big Data, pubblicata l’indagine conoscitiva

Dopo tre anni di studio, Garante della privacy, Agcom e Antitrust hanno reso noto il rapporto finale: nel 2025 il volume di dati creati nel mondo sarà di 163 ZB

Dopo tre anni di studi approfonditi, è stato reso noto il rapporto finale dell’indagine conoscitiva sui Big Data (grandi masse di dati che insieme occupano un elevato spazio di archiviazione). L’indagine, condotta in maniera congiunta dal Garante della privacy, dall’Agcom e dall’Antitrust, tra le altre cose, ha voluto approfondire da tre prospettive differenti, i cambiamenti prodotti dai Big Data sugli utenti che forniscono dati, sulle aziende che li utilizzano e sui mercati, allo scopo di comprendere quali possano essere le possibili sinergie tra le Autorità.

I Big Data – ormai è sempre più chiaro – hanno assunto una rilevanza strategica fondamentale per quanto riguarda l’organizzazione delle attività di produzione e di scambio. In diversi settori vengono considerati una risorsa economica indispensabile. Da tempo, le organizzazioni raccolgono ed elaborano in tempo reale dati di questo tipo al fine di rendere più agevoli i processi decisionali e memorizzarli per riutilizzarli poi in futuro. Soltanto nel 2018 il volume di dati creati nel mondo è stato di 28 zettabyte (dieci volte di più rispetto al 2011), ciò significa che nel 2025 si toccherà quota 163 zettabyte. Con l’arrivo del 5G, si raggiungerà poi una ulteriore accelerazione.

Il documento redatto da Garante della privacy, Agcom e Antitrust, è diviso in 5 capitoli, più uno conclusivo in cui vengono descritte le linee guida e le raccomandazioni di policy indirizzate al legislatore. Dopo una introduzione sui temi oggetto dell’indagine e una definizione precisa delle caratteriste dei Big Data, nel rapporto vengono sviscerate tutte le questioni emerse durante le indagini, fatte anche di audizioni, con i riflessi sull’operatività delle imprese italiane. Si passa poi ai capitoli in cui si spiega l’invasività dei Big Data nel settore delle comunicazioni elettroniche e dei media e alle considerazioni del Garante della privacy sul possibile impatto dei Big Data sul diritto alla protezione dei dati personali. Fino alle conclusioni, in cui vengono specificate le implicazioni di natura antitrust e di tutela del consumatore.

FONTE:
garanteprivacy.it

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