“Carta d’identità per chi apre un profilo social”

La proposta di legge del deputato di “Italia Viva” Luigi Marattin fa discutere. Da chi sarebbero gestiti i dati personali degli utenti?
La proposta di legge di Luigi Marattin, economista e deputato di Italia Viva (il nuovo partito di Matteo Renzi), ha scatenato una serie di discussione che hanno trovato più di una condivisione non solo nel mondo della politica. Marattin, in sintesi, utilizzando twitter, ha chiesto che, in futuro, chi deciderà di aprire un profilo social, dovrà necessariamente depositare un documento di identità. Una proposta che mira a sconfiggere l’anonimato che spesso può sfociare in reati penali.
A supportare la tesi di Marattin anche diverse personalità del mondo dello spettacolo, su tutti il regista Gabriele Muccino, che, anche lui attraverso un tweet, ha evidenziato come sia necessaria “una legge che obblighi chiunque apra un account social a registralo solo tramite l’invio di un documento d’identità”.
“Raccogliamo la proposta di Gabriele Muccino – hanno immediatamente scritto i deputati del Partito democratico in un documento – che ci sembra un utile suggerimento per combattere efficacemente il dilagare dell’odio e degli insulti sui social”.
La battaglia dell’esponente renziano e del regista de “L’ultimo bacio” va ad aggiungersi a una proposta (poi finita nel dimenticatoio) molto simile, un disegno di legge depositato circa un anno fa, firmato dai senatori Bernini, Malan, Pagano e altri deputati, i quali chiedevano ai fornitori dei servizi di memorizzazione permanente l’obbligo di richiedere un documento d’identità al momento dell’iscrizione del destinatario del servizio.
Da registrare, oltre ai consensi, anche diversi dissensi da parte di numerosi utenti social, ai quali sempre Marattin ha risposto piccato: “Si arrabbiano quando annunci di voler fare qualcosa per impedire che il web diventi la fogna che è diventato (una fogna che sta distorcendo le democrazie, invece che allargarle e rafforzarle). Si mettano l’animo in pace, il limite è stato superato ed è ora di agire”.
Sulla proposta resta comunque qualche perplessità in merito alla privacy, messa in luce dagli utenti. Se il tutto, infatti, dovesse andare in porto, da chi e come verrebbero custoditi e trattati i dati personali degli iscritti sui social?
Fonti:
privacyitalia.eu;
repubblica.it
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