Come “difendersi” dalle App: i suggerimenti del Garante

Un documento del Garante per la protezione dei dati personali spiega agli utenti come tutelare la privacy quando utilizzano le applicazioni presenti sui dispositivi digitali
Il Garante per la protezione dei dati personali ha pubblicato un documento per favorire il corretto utilizzo delle App. Si tratta di semplici suggerimenti per tutelare la privacy degli utenti nel momento in cui vanno a utilizzare le applicazioni presenti sui dispositivi e sugli strumenti digitali come smartphone, tablet, pc, dispositivi indossabili, smart car, smart tv, dispositivi domotici e console per videogiochi. Le App, infatti, offrono una vasta gamma di servizi (dalla messaggistica agli acquisti online, dalle videochiamate all’home banking, dalla formazione alla misurazione di parametri sportivi e sanitari, dalla prenotazione di viaggi e alberghi ai giochi, dai servizi della pubblica amministrazione alla gestione delle diete alimentari) che talvolta possono nascondere qualche spiacevole sorpresa.
App e privacy
Il Garante per la protezione dei dati mette in risalto l’importanza delle conoscenze di alcune regole fondamentali per la protezione dei nostri dati personali e della nostra vita privata. Ad esempio, prima di installare una App, è necessario capire quanti e quali dati verranno raccolti e come verranno utilizzati, consultando l’informativa sul trattamento dei dati personali (chi tratterà i nostri dati personali e con quali finalità, per quanto tempo verranno conservati i dati personali che ci riguardano e se i nostri dati potranno essere condivisi con terze parti per finalità commerciali o di altro tipo). Se per il download dell’app o per la sua installazione è prevista una registrazione, la cosa migliore da fare è quella di fornire i dati personali strettamente necessari all’attivazione del servizio. Inoltre è utile verificare se alcune informazioni raccolte dall’App possono essere diffuse automaticamente online.
Non memorizzare sulle App le credenziali di accesso
Sempre il Garante, per evitare ogni genere di inconveniente, consiglia di non memorizzare nelle App i dati delle credenziali di accesso (username, password ecc.) di carte di credito e sistemi di pagamento. È il caso poi di valutare con la massima attenzione se sia favorevole consentire l’accesso a una determina applicazione a nostre immagini o file conservati nella memoria, ai contatti in rubrica, ai dati sulla geolocalizzazione, al microfono e alla fotocamera. È bene diffidare sempre delle App che richiedono obbligatoriamente l’accesso ai dati.
App e intelligenza artificiale
Un altro aspetto rilevante riguarda le App che, grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale, danno la possibilità di modificare foto o video (come ad esempio invecchiare i volti, inserire il nostro viso sui corpi dei personaggi famosi o di trasformare il genere sessuale). Come già accaduto più volte, in questi casi specifici – evidenzia il Garante – le immagini e le informazioni raccolte “potrebbero essere utilizzate anche da malintenzionati per fini dannosi per la dignità e la reputazione delle persone, come avviene nel fenomeno del deepfake (creazione di foto e video falsi a partire da immagini vere)”. Ecco perché è importante verificare sempre che le informazioni fornite dalle App sull’utilizzo delle immagini personali siano chiare. Non bisogna dimenticare che anche dai volti si può risalire a informazioni di natura sensibile come i dati biometrici che potrebbero anche essere utilizzati da malintenzionati per finalità illecite. Di tutto questo e di molto altro il Garante per la protezione dei dati personali parla nel suo documento “APProva di privacy”, pubblicato sul portale garanteprivacy.it.
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