Dati personali: il 56% degli italiani pagherebbe per avere maggiore tutela

Secondo lo studio della OpenText gli italiani spenderebbero di più per avere maggiori garanzie di tutela dei dati

Secondo uno studio condotto dalla OpenText, società specializzata nello sviluppo e commercio di software per la gestione dell’informazione aziendale, oltre la metà degli italiani sarebbe disposta a spendere cifre più alte per affidarsi a società in grado di offrire maggiori garanzie di protezione dei dati personali. Dallo studio è emerso come 1 italiano su 4 non si fida del tutto di metodi e strategie di gestione dei dati adottate dalle aziende per mantenere al sicuro le informazioni in loro possesso.

Sebbene gli standard di tutela imposti dalle normative in materia di privacy siano diventati, soprattutto negli ultimi anni, sempre più rigidi ed articolati grazie soprattutto all’introduzione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (c.d. GDPR), i risultati dello studio dimostrano come ci sia ancora strada da fare verso una piena fiducia da parte degli utenti.

Per citare alcuni dati, 1 italiano su 2 afferma di non avere minima idea di quali e quante aziende abbiano accesso ai suoi dati (coordinate bancarie, numero di telefono, dati di contatto). Il 69% degli intervistati ha un vaga conoscenza delle norme in materia di privacy, ma solo il 16% ritiene di essere bene e correttamente informato al riguardo.

L’elemento che fa ben sperare, emerso dallo studio, è che il 59% degli utenti dichiara di essere ben disposto ad informarsi contattando direttamente le aziende per capire come vengono trattati i dati personali e se le procedure di archiviazione rispettano le normative in materia.

Antonio Matera, Regional Sales Director di OpenText Italia, ha dichiarato: «La crisi provocata dalla pandemia da COVID-19, con la diffusione del lavoro da remoto e delle esperienze utente online, ha accelerato ulteriormente la trasformazione digitale. Oggi il digitale è al centro di quasi tutte le interazioni aziendali e genera quindi un numero sempre maggiore di dati da gestire e al contempo proteggere. Questo cambiamento, unito alle elevate esigenze degli utenti in materia di data privacy, sta mettendo le aziende a dura prova, portandole a dover garantire soluzioni adeguate per la protezione dei dati personali in quest’era digital-first>>

Ha inoltre aggiunto Matera: «Al di là delle possibili sanzioni, qualsiasi organizzazione che non rispetti le leggi sulla privacy dei dati rischia di perdere la fiducia dei propri clienti. Le aziende devono quindi sfruttare tutte quelle tecnologie in grado non solo di offrire trasparenza sul modo in cui i dati vengono acquisiti e protetti, ma anche di rispondere rapidamente alle richieste degli utenti su come i dati personali vengono elaborati e utilizzati. Investendo in soluzioni complete di gestione della privacy che automatizzano e integrano le policy aziendali con i requisiti normativi, è possibile ridurre il rischio di danni alla reputazione e mantenere la fiducia dei clienti».

Fonte: federprivacy.org

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