Gdpr, gli utenti non sanno ancora a cosa serve

Un report di Ogury rivela dati preoccupanti. Serve maggiore chiarezza da parte delle aziende

Il Gdpr è stato introdotto da ormai un anno, ma la maggior parte degli utenti non ha ancora capito come i loro dati vengano raccolti, archiviati e utilizzati. A rivelarlo è una ricerca di Ogury, azienda leader nel settore del mobile data. Il report è stato condotto su oltre 287.571 mobile user allo scopo di verificare i comportamenti delle persone quando si parla di dati, privacy, advertising e marketing . I numeri sono più negativi di quanto si potesse ipotizzare nel momento in cui è entrato in vigore il nuovo Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali.

A livello globale, soltanto l’8 per cento degli utenti afferma che l’introduzione del Gdpr è utile e rende più chiaro l’utilizzo dei dati da parte delle aziende. Secondo Ogury, in Italia, la situazione è sconfortante: il 66 per cento dei consumatori, infatti, anche dopo aver letto il modulo di consenso e l’ infortmativa privacy, non ha la minima idea di come i propri dati vengono utilizzati. Sette utenti su dieci (a livello globale) preferiscono condividere i dati piuttosto che pagare per accedere ai contenuti.

Ma è solo una questione di ignoranza mista a pigrizia o la colpa è anche delle aziende che non riescono a far comprendere fino in fondo l’importanza del Gdpr?
Per il 59 per cento degli italiani, la comprensione su come le aziende utilizzano i dati degli utenti non è affatto migliorata. Dando uno sguardo a ciò che accade a livello globale, il 37 per cento degli utenti non sa cosa sia il Gdpr (39 per cento in Europa, 34 in Italia). Sempre a livello globale, il 78 per cento degli utenti non legge per intero l’informativa di consenso; il 52 per cento ha dichiarato che pur leggendo l’informativa non comprende come verranno usati i dati. Nei Paesi europei, questa percentuale sale al 58 per cento.
Dati negativi, insomma, che secondo Francesco Lerario, Managing Director di Ogury Italia, dicono che le aziende non hanno preso sul serio il Gdpr.

Non tutte le società, infatti, nonostante il periodo di tolleranza sia ampiamente cessato e chi non si adegua alla nuova normativa rischia pesanti sanzioni, hanno implementato nel modo giusto il modulo di richiesta esplicita di consenso di raccolta e utilizzo dei dati. Ciò che serve, dunque, secondo gli esperti del settore, è una maggiore chiarezza da parte delle aziende che non possono affatto sottovalutare il fatto che, in media, agli utenti la legislazione interessa poco o niente. D’altronde, la ricerca di Ogury non lascia spazio ad alcuna interpretazione.

dati advertising, dati marketing, dati privacy, dati sensibili privacy, gdpr, informativa privacy