La metà dei comuni piemontesi non in regola con il Gdpr

Ora rischiano pesanti sanzioni. L’allarme del vicepresidente Anci locale
Nonostante dal maggio scorso il periodo di tolleranza sia cessato, sono ancora numerosi gli enti pubblici e le aziende private che sottovalutano la nuova normativa europea sul trattamento dei dati personali (Gdpr). Eppure, come è ormai noto da tempo, chi non rispetta la legge va incontro a sanzioni molto pesanti.
Secondo uno studio di Federprivacy, il 47 per cento dei siti della pubblica amministrazione piemontese, utilizza ancora protocolli obsoleti, totalmente non in linea con quanto previsto dal nuovo Regolamento sulla privacy. Ma non è tutto: il 36 per cento delle pubbliche amministrazioni non rende noti i recapiti per contattare il Dpo (figura obbligatoria), e cioè un responsabile della protezione dei dati. I comuni piemontesi non in regola sono circa 500 su un totale che supera di poco le 1.100 unità.
Dati allarmanti che non riguardano purtroppo il solo Piemonte, ma che hanno spunto il vicepresidente Anci Piemonte Michele Pianetta a lanciare un appello ai sindaci locali: “Si corra subito ai ripari – ha dichiarato -. Il mancato adeguamento al Gdpr mette seriamente a rischio i Comuni. Spesso le amministrazioni si servono dei loro siti internet per diffondere informazioni e newsletter, ma senza l’adozione di protocolli sicuri, i dati disponibili potrebbero essere utilizzati impropriamente”.
Sempre Pianetta ha ricordato come negli ultimi giorni sia stata lanciato un progetto che potrebbe andare incontro alle difficoltà dei Comuni non in regola. Tale progetto prevede l’istituzione dei “Digital angels”, figure itineranti capaci di muoversi sull’intero territorio regionale per fotografare le criticità dei Comuni in materia di Innovazione.