Numeri telefonici di ministri e cittadini sul web senza consenso

La scoperta è stata fatta da una giornalista di Sky. Su un sito a pagamento contatti e altre informazioni su ogni genere di utente
I nostri numeri di telefono sono su internet a disposizione di chiunque. Basta infatti abbonarsi (a pagamento: 130 euro al mese) a un sito accessibile a tutti per conoscere i numeri telefonici più disparati, da quello di un semplice cittadino a quello di un’alta carica istituzionale, come il presidente del Consiglio, un ministro qualsiasi o addirittura il Garante della privacy. Ma il bello è che non si tratta dell’ennesimo attacco informatico difficile da individuare, ma di semplice violazione della privacy.
La scoperta è stata fatta casualmente da una giornalista di Sky che nei giorni scorsi ha ricevuto una telefonata sul suo cellulare da un numero sconosciuto. Dall’altra parte del telefono vi era un agente immobiliare che conosceva il suo nome, la sua residenza, la sua città di origine e il suo anno di nascita. L’uomo, probabilmente con molta naturalezza, ha chiesto alla giornalista se fosse proprietaria di un certo appartamento. Quando la donna ha chiesto come fosse arrivato a lei, lo sconosciuto agente immobiliare le ha subito svelato l’arcano: “esiste un sito dove si trovano tanti numeri di telefono, tra i quali anche il suo”.
Un fatto inspiegabile per la donna, considerato che mai in passato ha pubblicato il suo numero di cellulare privato sul suo profilo social, così come sui siti di annunci. “Eppure – scrive la giornalista – il mio numero è sul web. Per capirlo mi basta inserirlo sul motore di ricerca indicato, anche nella versione gratuita del sito. Alle cifre del mio numero, il sistema restituisce immediatamente il mio nome e cognome e i miei account social: Facebook, Twitter, LinkedIn. Facendo la ricerca per nome e cognome però il numero non compare. Ma se si sottoscrive l’account a pagamento, le cose cambiano”.
Ma com’è possibile tutto ciò?
“I dati – scrive sempre la giornalista – potrebbero derivare da società che hanno ceduto informazioni su di noi (magari con il nostro “distratto” consenso ad astrusi termini e condizioni di utilizzo) o, come lo stesso sito rivela, anche dal deep web: tutto quel sottobosco di contenuti non indicizzati da Google e inaccessibile agli utenti comuni”.
Fonte: Sky Tg 24