Privacy e dispositivi indossabili

Cosa accade alle informazioni raccolte?
Quello dei dispositivi indossabili è un mercato al centro dell’attenzione soprattutto in questo periodo storico considerato l’utilizzo che se ne fa nelle attività di tracciamento dei contagi da Covid-19. L’aumento dell’utilizzo dei dispositivi è testimoniato dalla progressiva crescita nelle vendite registrata dal giorno del loro lancio sul mercato.
Cosa sono i Wearable devices?
Parliamo di dispositivi elettronici che, una volta indossati dall’utente, sono in grado di fornire informazioni di tipo sanitario, fisiologico, geografico ecc. tramite l’utilizzo di sistemi informatici inseriti all’interno del dispositivo stesso.
Sono oggetti entrati a far parte a pieno titolo nel nostro quotidiano, diffusi su larga scala nella pratica sportiva agonistica e non, ma non solo. Sono infatti utilizzati anche per la misurazione e la prevenzione di determinate patologie e, in molti settori, fungono da sussidio per lo svolgimento dell’attività lavorativa. A riprova di ciò basti pensare al braccialetto elettronico proposto da Amazon per facilitare le attività di logistica o agli occhiali a realtà aumentata utilizzati per gli interventi a distanza.
Quale tutela per i nostri dati?
Superata la discussione circa la portata innovativa di tali dispositivi e senza mettere in dubbio la loro funzione di sussidio nello svolgimento delle attività del quotidiano, è lecito soffermarsi a riflettere su quale sia il destino delle informazioni e dei dati raccolti. Non si può, infatti, non constatare che il loro utilizzo comporti nuovi rischi per la privacy e tutela dei dati personali.
A tal proposito si è pronunciato Pasquale Stanzione, Presidente dell’ Autorità Garante per la protezione dei dati personali, il quale ha sottolineato come: “l’apparente innocuità di oggetti di uso quotidiano connessi alla rete ci induce a sottovalutarne i rischi dovuti alla capacità di rivelare, mediante l’uso secondario dei dati raccolti, stili di vita, patologie, vulnerabilità, finanche dipendenze.”
Alla domanda: Come possiamo difenderci e quali tutele prevede il Gdpr? Il Presidente Stanzione ha risposto esortando in primis ad un uso consapevole dei dispositivi nonché a prestare attenzione nella scelta di impostazioni che siano nel minor modo possibile invasive per la privacy. Per quanto riguarda le garanzie previste dal Gdpr ha ricordato non solo la privacy by design e by default ma anche gli obblighi di sicurezza.
Importante è infine che da un lato gli utenti acquistino sempre più consapevolezza circa l’importanza ed il valore dei propri dati, dall’altro, che le aziende comprendano quanto la protezione dei dati personali simboleggi al giorno d’oggi un fattore di grande importanza dal punto di vista competitivo e reputazionale ”redendo la tecnica alleata e non nemica delle libertà”.
Fonte: garanteprivacy.it