Videosorveglianza: le regole tra accountability e minimizzazione dei dati.

Necessario equilibrio tra l’interesse del datore e dei lavoratori
È una prassi crescente quella dell’installazione di impianti di videosorveglianza all’interno ed all’esterno dell’azienda al fine di proteggere sia il patrimonio aziendale da eventuali furti e danneggiamenti, sia di tutelare e garantire la sicurezza dei propri collaboratori.
Sono presenti oggi sul mercato strumenti di particolare innovazione tecnologica in grado di poter dar vita ad un controllo a distanza particolarmente incisivo ed invasivo, capace di comprimere notevolmente la privacy del lavoratore.
È sicuramente necessario operare un bilanciamento e raggiungere un equilibrio tra interessi di rango costituzionale contrapposti tra loro. Da un lato abbiamo l’interesse a garantire la sicurezza della propria realtà lavorativa, dall’altro l’interesse a veder tutelata la propria privacy.
Dal punto di vista normativo le disposizioni in tema di Privacy nonché lo Statuto dei lavoratori, consentono al datore di lavoro di installare impianti di videosorveglianza, dovendo adottare tuttavia alcuni fondamentali accorgimenti.
La prima valutazione da fare è quella che riguarda le finalità che hannospinto l’azienda ad installare l’impianto di videosorveglianza. Una volta operata tale valutazione è il momento di effettuare un bilanciamento d’interessi tra quelli dell’azienda e quelli di coloro i quali finiranno per essere ripresi.
Un punto fermo è senza dubbio il divieto di controllo a distanza dell’attività lavorativa, sancito dall’art.4 dello Statuto dei lavoratori. Se l’impianto è in grado di riprendere i dipendenti durante lo svolgimento dell’attività lavorativa è necessario, ai fini dell’installazione, stipulare un accordo con le rappresentanze sindacali aziendali o unitarie o,richiedere l’autorizzazione all’Ispettorato Nazionale del lavoro.
Le ragioni che giustificano l’installazione di un impianto di videosorveglianza sono individuate nella tutela del patrimonio aziendale, esigenze organizzative e produttive ed esigenze di sicurezza sul lavoro.
Dal punto di vista della tutela della privacy, l’installazione dell’impianto deve rispettare i principi di liceità e quindi le immagini raccolte devono essere necessarie per rispondere a un obbligo di legge oppure per tutelare un interesse legittimo, necessità e quindi deve esserci un motivo sufficiente ed evidente che giustifichi l’utilizzo di videocamere di sorveglianza, proporzionalità e quindil’installazione delle telecamere può avvenire se ritenuta una misura proporzionata agli scopi prefissi, finalità e quindigli scopi perseguiti mediante l’installazione di videocamere devono essere determinati, espliciti e legittimi.
È senza dubbio necessario tenere in considerazione due pilastri del Regolamento UE 2016/679.
Il primo è il principio di accountability che attribuisce al titolare del trattamento il potere e la responsabilità di compiere scelte su finalità e mezzi del trattamento, di documentare le scelte e di renderne conto. In base a ciò, è di competenza del titolare del trattamento effettuare le valutazioni sulla liceità e proporzionalità del trattamento.
Il secondo è il principio di minimizzazione dei dati per cui il titolare deve prestare attenzione “alla scelta delle modalità di ripresa e dislocazione e alla gestione delle varie fasi del trattamento” ed i dati devono essere pertinenti e non eccedenti rispetto alle finalità perseguite. Fonte: cybersecurity360.it